Animazioni del Precinema
La persistenza retinica
La persistenza retinica viene usata abitualmente per spiegare il funzionamento dell'animazione cinematografica, ma le origini dello studio del fenomeno vanno cercate più indietro nel tempo. Un importante studioso della materia fu, nel 1829, lo scienziato belga J. Plateau (1801-1883).
Dai primi giocattoli scientifici (taumatropio, fenachistoscopio, etc.) fino ai moderni film, la persistenza retinica e' stata fondamentale per ingannare la mente, facendole credere che una serie di immagini statiche siano in movimento. Tutti questi apparecchi usano una tecnica simile: far vedere una serie di immagini, ciascuna rappresentante una fase del movimento. Se le immagini vengono viste in rapida successione la mente non riesce a registrarle come immagini separate, ma riceve invece l’impressione di un movimento continuo.
Il taumatropio
Il taumatropio è un semplice disco di cartone che riporta sul retro e sul verso due immagini complementari (ad es. un topo e una gabbietta). Grazie a due cordicelle fissate ai lati, si può far ruotare il disco velocemente intorno al proprio asse, così da fondere le due immagini in una sola.
Probabilmente l'inventore del taumatropio fu il medico inglese John Airton Paris che ne descrisse il funzionamento nel 1825 parlando di "un effetto magico e sorprendente".
Il taumatropio è il primo di una serie di giocattoli 'filosofici' , scientifici e ludici insieme, che sono stati inventati nel corso del XIX secolo. Infatti, il taumatropio è nato proprio per dimostrare il fenomeno della persistenza retinica. Ma venne commercializzato con grande successo come giocattolo per bambini.
A differenza di altri successivi giocattoli filsofici, il taumatropio non utilizza la persistenza retinica per animare l'immagine, ma ne crea una nuova fondendo due immagini differenti..
Il Fenachistoscopio
Un'invenzione (1832) dello scienziato belga Plateau che permette di vedere brevissime animazioni utilizzando un disco sul quale sono riportati le diverse fasi del movimento che si vuole creare. L'animazione può essere osservata riflessa in uno specchio, facendo ruotare il disco e guardando attraverso le fessure aperte sul disco stesso.
Il fenachistoscopio è stato il primo di una serie di giocattoli che, sfruttando gli studi sulla persistenza retinica, anticiparono la caratteristica essenziale dell'arte cinematografica, cioè l'immagine in movimento.